Rottamazione quinquies: come cambia e cosa aspettarsi

La rottamazione-quinquies delle cartelle: fino a 108 rate in 9 anni, niente sanzioni, ma regole più rigide e controlli su imprese e recidivi.

La quinta edizione della definizione agevolata delle cartelle - la “rottamazione-quinquies” - è al vaglio del Governo e dovrebbe essere inserita nella Legge di Bilancio per il 2026.

L’obiettivo è rendere più sostenibile il rientro dai debiti iscritti a ruolo, senza sanzioni e interessi, ma con regole più selettive per evitare abusi.

Le ipotesi in corso di valutazione prevedono piani di pagamento più lunghi e meccanismi di decadenza meno rigidi rispetto al passato.

A quali carichi tributari sarà applicabile

La misura includerebbe i carichi affidati alla riscossione entro il  31 dicembre 2023 (si discute su una possibile estensione al 2024).

Oggetto della rottamazione saranno i debiti tributari (imposte erariali e tributi locali) e quelli contributivi (INPS, casse), oltre alle sanzioni amministrative come le multe; resteranno invece esclusi i casi già tradizionalmente fuori perimetro nelle precedenti rottamazioni.

Come per le edizioni precedenti, verranno stralciate sanzioni ed interessi, con il pagamento del solo capitale e delle spese di notifica/esecutive.

Quale possibilità di rateizzazione? Le due ipotesi sul tavolo

Lo schema in discussione prevede due ipotesi , la prima fino ad un massimo di 96 rate mensili (8 anni) di pari importo, la seconda fino a 108 rate (9 anni).

Tale estensione rispetto al passato mira a garantire una maggiore sostenibilità finanziaria per il contribuente, atteso che una delle più grandi problematiche riscontrate con le precedenti rottamazioni era dovuta al fatto che le rate fossero troppo alte.

Le bozze di lavoro puntano a rate uniformi per tutta la durata del piano, con una rata minima di 50 euro. Per importi elevati si è discusso di un acconto iniziale (es. 5%) e, in via residuale, di piani fino a 120 rate. Tali opzioni, tuttavia, restano del tutto eventuali.

Limiti di accesso e paletti

Si discute di escludere da tale misura i cosiddetti "rottamatori di professione", ossia soggetti che hanno già aderito a precedenti rottamazioni senza poi completare il pagamento delle rate previste.

La logica di tale previsione, che si fonda su criteri di meritevolezza più stringenti rispetto al passato,  è all'evidenza quella di limititare l'uso strumentale di tale misura da parte di coloro che, in precedenza, l'hanno già utilizzata come escamotage per bloccare l'esecuzione coattiva da parte di Agenzia Entrate - Riscossione

Decadenza: più tolleranza ma con regole chiare

Rispetto al meccanismo molto rigido visto in passato, si valuta un’impostazione più elastica: la perdita del beneficio scatterebbe dopo più rate non pagate (si ipotizza quattro), anche non consecutive, preservando chi incappa in una difficoltà temporanea senza svuotare la disciplina di efficacia.

Si ricorda che, attualmenteil mancato pagamento anche di una sola rata o un ritardo di oltre cinque giorni comporta la decadenza dal beneficio.

Imprese e DURC

Per le imprese si delinea una stretta al rilascio del DURC.

Con la rottamazione-quinques, infatti, la sola adesione non sarebbe più sufficiente a ottenerlo.

La regolarità verrebbe attestata solo dopo i pagamenti eseguiti, sulla base di controlli incrociati tra riscossione ed enti previdenziali.

L’obiettivo è garantire che l’agevolazione non si traduca in un “via libera” formale senza effettivo rientro.

Come si potrà aderire

È previsto un canale online per presentare la domanda con l’indicazione delle partite da definire. A seguire, l’emissione di un prospetto con l’importo “ripulito” da sanzioni e interessi e il piano di pagamento a rate mensili. La prima scadenza e la finestra temporale per aderire saranno fissate dai provvedimenti attuativi dell’Agenzia Entrate-Riscossione.

10 ottobre 2025